AIGA NAZIONALE, AIGA NOVARA PROMUOVONO LA RICHIESTA DI CITTADINANZA DI AHMADREZA DJALALI, IL RICERCATORE IRANIANO NEL BRACCIO DELLA MORTE

Nella giornata di oggi AIGA, Associazione Italiana Giovani Avvocati,  AIGA Novara, Comune di Novara, CRIMEDIM (Centro di Ricerca in Medicina d’Emergenza e dei Disastri), Amnesty International Italia, Università del Piemonte Orientale e FIDU (Federazione Italiana Diritti Umani) hanno inviato al Presidente della Repubblica, On Prof. Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, al Ministro degli Interni, Dott.ssa Luciana Lamorgese, ed al Ministro degli Esteri, On Luigi Di Maio, una richiesta di cittadinanza ex art. 9 comma 2 Legge 5 febbraio 1992 n. 91 per Ahmadreza Djalali il ricercatore Irano – svedese, a lungo collaboratore con l’Università del Piemonte Orientale, sede di Novara, per gli importanti servizi resi alla Patria, nel campo della ricerca scientifica .

Ahmadreza dal 2016 è detenuto in Iran e senza un giusto processo è stato condannato a morte il 21 ottobre 2017. Dal 24 Novembre 2020 è stato portato nel braccio della morte e nonostante la pena capitale sia stata due volte sospesa, da dicembre ad oggi, di lui si sa poco o nulla se non che sia sottoposto a regime di carcere duro e che forse versi in condizioni di salute preoccupanti. Da quando è stato portano nel braccio della morte il ricercatore è in isolamento, senza poter sentire la famiglia o l’avvocato.

Il presidente Nazionale AIGA Antonio De Angelis commenta: “La vicenda di Ahmadreza Djalali ci continua a toccare da vicino e ci porta a dover fare tutto quanto possibile per ottenerne la liberazione. Il suo caso rappresenta quei valori sia processuali, che di contrarietà alla pena di morte, che quotidianamente difendiamo come avvocati e che ci siamo obbligati a tutelare con l’impegno solenne assunto nel giuramento avanti all’Ordine”.

Prosegue il Presidente di AIGA Novara, Alessio Cerniglia: “AIGA Novara non poteva rimanere ferma di fronte alla condizione di Ahmadreza, nostro concittadino onorario, che rischia di morire di stenti in un regime di carcere duro, contrario in tutto e per tutto a quel senso di umanità che la nostra Carta Costituzionale difende all’art. 27. Con la maratona oratoria del 1° dicembre 2020 siamo riusciti a dare una mano affinché il Ministero degli Esteri intervenisse, come poi è accaduto, per ottenere la sospensione della pena capitale. Il nostro impegno, prima di tutto morale, non potrà dirsi concluso se non con la liberazione di Ahmadreza, che speriamo di poter riavere presto fra noi a Novara”.

Nei prossimi giorni a sostegno della lettera verrà attivata sul sito www.firmiamo.it una campagna di raccolta firme con la petizione dal titolo: “CITTADINANZA ITALIANA PER AHMADREZA DJALALI. SALVIAMO IL RICERCATORE IRANIANO NEL BRACCIO DELLA MORTE E LA LIBERTA’ DI SCIENZA”.

 

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