COMUNICATO STAMPA
L’AIGA ESPRIME DISAPPUNTO PER L’INIZIATIVA “LO SCUDO DELLA
RETE”: «L’ULTIMA GRAVISSIMA VIOLAZIONE DEL DECORO E DELLA
DIGNITA’ PROFESSIONALE DEGLI AVVOCATI».
Roma, 5 dicembre ’18 – «Una iniziativa che ancora una volta contraddice e mortifica l’alta funzione che
l’Avvocato svolge nella realizzazione di quella che forse è la più importante estrinsecazione di uno Stato
democratico, la Giustizia». L’Aiga, Associazione Italiana Giovani Avvocati, esprime tutto il suo
disappunto sull’iniziativa giudicata «gravissima» denominata “scudo della rete” con la quale, a tutela dei
rappresentanti del Movimento Cinque Stelle e dei semplici iscritti al Movimento stesso, sulla
piattaforma Rousseau si propone di reclutare Avvocati disponibili ad accettare consulenze a titolo
gratuito ed incarichi di varia natura, dalla redazione di atti di querela fino alla costituzione di parte civile,
previa redazione – in questo ultimo caso – di un preventivo, obbligatorio per legge che preveda dei
compensi calcolati ai minimi dei parametri ministeriali, con applicazione di una riduzione di 2/3.
«Dispiace davvero – continua AIGA – dover constatare che si continua a non rispettare una nobile
professione, non considerando l’Avvocato per quello che è realmente, un baluardo della legalità avulso
dalla dinamica innocente – colpevole ma relegandolo, a seconda delle circostanze, al ruolo di difensore
dei “furbetti” o fido scudiero di innocenti vittime del sistema. L’avvocato esercita una funzione a tutela
del diritto di difesa sancito dalla Costituzione».
Per i Giovani Avvocati la pubblicizzazione di questo progetto appare ancor più improvvida perché
sopraggiunge in un periodo in cui contestate riforme, contrarie ai principi del giusto processo, ed
incomprensioni insorte per intempestive dichiarazioni rivolte agli Avvocati, hanno rischiato di minare
nel profondo il dialogo che da sempre l’Avvocatura coltiva con le Istituzioni e la politica.
Sulle modalità di reclutamento, AIGA evidenzia come si registri ancora una volta l’assoluta violazione
del principio dell’equo compenso richiedendo prestazioni professionali a titolo gratuito, con la richiesta
vincolante di un preventivo redatto però con una decurtazione di 2/3 dei minimi tariffari.
«Ancora una volta, si cerca di far ricadere l’onere dell’inefficienza dello Stato nell’assicurare il patrocinio
ai Cittadini che versino eventualmente in condizione di difficoltà economica sui Professionisti, che in
nome di una non meglio qualificata “etica” dovrebbero mettere a servizio gratuitamente o quasi la loro
professionalità».
L’AIGA esprime un fermo ed irremovibile dissenso a questa proposta così come ha intrapreso da
tempo in danno di tutte quelle che si pongono come lesive della dignità e del decoro della professione
forense che la deontologia professionale, prima ancora che l’etica proclamata dalla politica, impone sia
sempre rispettata. A questo proposito, il Presidente nazionale avvocato Alberto Vermiglio ribadisce che
lo stesso Consiglio Nazionale Forense ha stigmatizzato come deontologicamente rilevante il contegno
dell’Avvocato che accetta convenzioni con compensi irrisori, sanzionando l’iscritto e ribadendo che
l’accettazione di un compenso irrisorio rappresenta “un comportamento gravemente pregiudizievole
del decoro e della dignità professionale, mortifica la peculiare funzione della professione forense e
costituisce un modo non corretto per l’acquisizione della clientela”.
L’AIGA si aspetta che davvero la costituzionalizzazione del ruolo dell’Avvocato trovi nel rispetto del
decoro e della dignità del Professionista la sua più alta espressione perché, parafrasando Calamandrei,
un faro per tutti i giuristi, “gli Avvocati non sono né giocolieri da circo né conferenzieri da salotto: la
Giustizia è una cosa seria”.