Ddl Nordio: Aiga audita in Commissione Giustizia, condivisione su finalità perseguite . Il parere dei giovani avvocati

“Piena condivisione sulle finalità perseguite dal Ddl Nordio, superando da un lato la ‘sindrome della firma’ e rafforzando dall’altro le garanzie e la riservatezza di tutti i soggetti coinvolti nel processo penale”. Lo dichiara il presidente dell’Associazione Italiana giovani avvocati Francesco Paolo Perchinunno dopo l’audizione, lo scorso 12 ottobre, in Commissione Giustizia sul Ddl Nordio sulle modifiche al Codice Penale, al Codice di Procedura Penale e alle norme di ordinamento giudiziario. “Tuttavia è da rilevare come l’abrogazione secca del reato di abuso d’ufficio – – rileva Mario Aiezza, responsabile del Dipartimento procedura penale di AIGA – potrebbe avere due conseguenze sfavorevoli: determinare un vuoto di tutela, derivante dalla eliminazione tout court della fattispecie sussidiaria, e potenzialmente espandere contra legem, in sede giurisprudenziale, altre fattispecie criminose, attrattive di comportamenti oggi sanzionabili ai sensi dell’art. 323 c.p.”.

In una nota depositata in sede di audizione i giovani avvocati hanno avanzato quale proposta sul punto quella di prevedere una migliore tipizzazione della fattispecie e, ad ogni modo, di attuare un cronoprogramma che tenga conto della discussione in atto in sede comunitaria, dove è sul tavolo la proposta di direttiva sulla lotta contro la corruzione, “così da evitare il rischio – aggiunge Aiezza – di dover ritornare in tempi brevi sulla fattispecie, con conseguenze ancor più deleterie per l’operare dei pubblici ufficiali e dei privati cittadini”. Gli fa eco Giuseppe Murone, sempre tra i responsabili del Dipartimento di procedura penale di AIGA, che fa notare come siano “apprezzabili sia la riformulazione del delitto di cui all’ art. 346 bis c.p., che pone attualmente evidenti problemi di aderenza al principio di legalità, sia le modifiche al codice di procedura penale, con particolare riferimento all’intervento che mira a ‘restringere’ all’essenziale, nella richiesta cautelare, i brani delle comunicazioni intercettate”.
Sulla disciplina delle intercettazioni, chiosa Luigi Bartolomeo Terzo, componente della Giunta Nazionale, “è ad ogni modo auspicabile un autonomo e ampio intervento che razionalizzi e semplifichi tale strumento di ricerca della prova, per un’effettiva garanzia dell’indagato e per una concreta tutela della riservatezza dei cittadini”.

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